giovedì 21 ottobre 2010

Figliolo

un ragazzo mi sta guardando.

è quasi la fine della mattinata ma sono già stanco e spossato.
per questo cammino lento e incerto.
inoltre con il sacchetto che tengo nella mano destra, faccio fatica ad andare avanti.
è leggero, ma limita i miei movimenti già limitati.
mi sento quasi fortunato a vivere sull'orlo della miseria, con pochi soldi al mese.
altrimenti non riuscirei a portare sporte più pesanti.

istante di silenzio.

momento di impotenza.

entro dal panettiere, chiedo, torno per strada, guardo per terra (con la schiena curva è più semplice),
ritorno sui miei passi, fermo la gente che incontro.
dov'è?
dov'è?

sento per tutto il tempo ancora quello sguardo pesante.
non riesco più a sopportarlo.
mi dirigo verso il ragazzo.

"cazzo hai da guardare?"
"scusi?"
"che cazzo guardi, giovane impertinente?
ti credi empatico e sensibile? invece sai cosa sei? sei solo un miserabile coglione.
tornatene a casa così la smetti di guardarmi.
e una volta a casa, siediti sul cesso e guardati allo specchio.
così capisci che razza di rifiuto umano sei."

me ne vado imprecando e facendo commenti razzisti.



arrivato a fatica a casa, mi siedo sulla sedia.
spero di non aver scosso troppo quel ragazzo!
ma d'altra parte adesso sarà a casa sua a pensare quanto sono stronzo e xenofobo.
e tra 10 minuti, sbollita la rabbia, scorderà l'episodio.
non volevo ricordasse come ricordo io.




65 anni fa, avevo 21 anni.
ero per strada ed ho visto un anziano che faticava a camminare.
una sporta nella mano destra e il bastone nella sinistra.
si era accorto di aver perso il portafoglio.
io lo guardavo.
era entrato dal panettiere, aveva chiesto, era tornato per strada, aveva guardato per terra,
era ritornato sui suoi passi, aveva fermato la gente che incontrava.
niente.
non trovò più il portafoglio perchè gli era stato rubato.
e per quel mese campò con 35 euro.

tornò curvo verso il suo nido.
e lo vidi seduto in silenzio, nella casa vuota.


detesto il tuo cinismo, Giustizia divina.



sabato 16 ottobre 2010

ruolo

Corde, canto, rasta. francesi, uomini. occhiali e sudore. cibo. yogurt alla mela, api. libere associazioni. mi alzo e cerco in me qualche senso. sbatto contro un muro perchè il mio cervello è un labirinto. credo di capire e invece scivolo da un'altalena mentre i neuroni ridono. i neutrini mi
attraversano e come un vetro vengo perforata e colo acqua, e sangue, e pelle. un albero, radici, hennè, colore. tavoli e stencil. Il mio cervello si incastra, colora e crea. ma vorrei qualcosa di nuovo, di impossibile, di mai visto. NO. non produce idee e novità. saltano le valvole. cerco inutile senso nel non senso inutilmente. [penso che ogni tanto il mondo dovrebbe girare al contario. il non senso diventerebbe senso. ma per ora non è così.] scrivo ed è tardi. bisbigliano e non voglio. mi infastidisco e forse sono io quella sbagliata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. le corde vocali sono una cosa utile se ben utilizzate. solo per quello.
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non funziona. non funziona e non sono capace. tento di spiaccicare una parola e invece è solo la mia faccia che si spiaccica contro un'espressione stupita e confusa. Niente. dai forzaforza parla! Dai vai, questa volta non ci pianti una figura di merda, solo di yogurt, di cosa acida e inutile.

Rinuncia, non sei capace.
ma non puoi stare zitta per sempre.
affonda nel tuo fango



mercoledì 13 ottobre 2010

Festaiolo

Solo 662'684'400 secondi?
Solo 11'044'740 minuti?
Solo 184'080 ore?
Solo 7670 giorni?
Solo 1095 settimane?
Solo 255 mesi?
Se le persone fossero solo numeri, tutti avrebbero il proprio.
Tu oggi avresti il tuo.

21.

Ma le persone non sono numeri.


Invece proprio si!


Io sono un numero. Lei è un numero.

Tu sei un numero.

Non molto alto, irrazionale, allusivo, naturale, primo, amicabile, reale, facilmente memorizzabile, ciclico, solo, collettivo...

...

..stupido.

Perché i numeri sono stupidi e infantili come te.

Ma i numeri vengono scritti.

Rimangono nel mondo e nelle persone.

E anche tu, come loro, sei stato scritto.


Ben 662'684'400 secondi fa.


Sempre avanti compare!

mercoledì 6 ottobre 2010

pargolo

piove tutta la notte e io me ne dormo come un ghiro. La mattina, fresca atmosfera, scendo in giardino e scopro che motorino, che d'ora in poi chiamerò Snoopy, perchè è questo il suo vero nome, è rimasto fuori tutta la notte. Bello umidiccio e bagnaticcio il mio bracchetto! Ma ad ogni problema si trova la soluzione. Si apre il sotto sella e si tira fuori lo straccetto miracoloso! E cosa ci si trova invece dentro? Un sacco a pelo! Eh sì! Quello che si usa quando si va a dormire dalle amichette e poi lo si abbandona dimenticandosene. Lo guardo di striscio (occhio perplesso, dubbioso in stile:"ehi, cosa ci fai tu qui?", "aaaahn, ecco dov'eri finito") e penso:"-beh, ora che ti ho trovato ti metto anche via. -ma per metterti via devo fare tre piani di scale in salita e tre in discesa! -e se ti abbandono in garage, che comunque comporta l'estrarre le chiavi dallo zaino, che comporta ulteriore fatica ti sporchi tutto. -e poi è tardi, perdo il treno, il secondo giorno.........ok, ti metto via questa sera quando torno a casa". Dopo la breve riflessione in stile gollum-smigol parto spedita per la stazione. "Si si, lo trovi di sicuro un posto!come no!". Ma la tettoia salva sempre: tra i bidoni di immondizia, parcheggio il povero Snoopy che già si lamenta:"mi lasci tutto solo per un giorno intero! cheppalle!" per farlo contento gli concedo, per un giorno soltanto, l'amico casco. Lo appendo alla benemmeglio alla sella, perchè badate, Snoopy è un bracchetto talmente vecchio che neanche il posto per il casco riesce ad avere, e corro via, sentendo che mi abbaia:"non ti preoccupare, casco lo custodisco io per bene! Lo tengo d'occhio!".
BON.
Tranquilla e pacifica mi faccio le mie belle orette di progettazione e la sera, dopo il treno, torno tra i sacchi di spazzatura a riprendere Snoopy. S'è ormai fatto buio, e molti motorini della mattina sono scomparsi, quindi riesco a scorgere Snoopy da lontano: "che bello il mio bracchetto!come mi sei mancato!". Tutta contenta mi apro la sella, sgancio il casco, ipod, casco in testa, chiudo la sella, chiudo la sella, chiudo la sella, chiudo la sella.EHI! ma non si chiude! apro. Una vite gigante cade per terra. ehi!ma Snoopy! cadi proprio a pezzi! beh, pace all'anima tua. appoggio la sella, accendo ........................ ........................... .......................... ................ ......................................
spengo.
Ma questa mattina non c'era un sacco a pelo? IL SACCO A PELO. ma questa mattina l'ho messo via? NON L'HO MESSO VIA......................ehi!.........................ma Snoopy! non cadi a pezzi da solo! ti fanno cadere a pezzi!



sono tornata a casa felice. penso solo alla gioia di quello/quella che dopo avermi disintegrato la serratura ha trovato un bel sacco a pelo, proprio di quelli belli caldi, pronto lì che gli/le sorrideva.
e lo/la ringrazio pure, e anche tanto, che è stato/a così gentile da lasciarmi casco, che è talmente bello che si può usare anche come soprammobile! Forse anche perchè Snoopy me l'aveva promesso.
Non capita tutti i giorni di trovare un sacco a pelo in un sotto sella.


Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistite è puramente casuale.
MENTE.

Libercolo

Sento un fischio.
Il mio problema potrebbe essere il tempo.
Forse non sono sociopatico.
Sono solo nato in un tempo che non è mio.
Magari potrei essere la persona più socievole del mond
o se vivessi in un' epoca dove le discoteche non esistono.
Potrebbe essere che il tempo mi ha messo per sbaglio in una società col mito della crescita, inquinata, xenofoba, malata di reality, programmata per l'autodistruzione ma al tempo stesso pronta a rinascere dalle sue ceneri, come il neo fascismo ancora imperante.

Se mi trovassi in un tempo in cui la polizia venisse abolita per inutilità,

starei indubbiamente meglio.


Spero di rinascere quando l' artecrazia ciclistica autogestita sarà "al potere".

Giusto per vedere se la mia idea di rivoluzione interiore collettiva sarà attualizzabile in un altro contesto temporale.

Per sentirmi, almeno una volta, completo.


E per svegliarmi poco dopo di nuovo sul treno verso casa.